Il Legal Design spiegato agli avvocati (ma non solo)
Nel 1965 Italo Calvino scriveva uno storico articolo sul quotidiano milanese “Il Giorno”. In quelle righe, Calvino spiegava il fenomeno dell’antilingua, ovvero quello possiamo definire in modo sintetico “il gergo burocratico“, per anni tipico degli apparati statali e della Pubblica Amministrazione in generale.
Oggi, forse anche grazie a quella prima importante segnalazione di Calvino, la Pubblica Amministrazione segue un percorso di semplificazione dei linguaggi e dei codici verso il pubblico, decisamente positivo (perfettibile, ma comunque apprezzabile). La stessa cosa non si può però dire per quella parte di Italia che opera professionalmente negli ambiti legali, amministrativi, contrattuali e di quella che il gergo moderno chiama “Compliance“. Un inglesismo che si riferisce alle attività aziendali e organizzative che si occupano di verificare e garantire la “conformità normativa” dei processi aziendali.
Si, cari professionisti, stiamo parlando proprio di voi: gli avvocati. Ma, non solo, non temete. E, di sicuro, non siamo qui a tirarvi le orecchie, ma, semmai a fornirvi spunti su un tema che si sta facendo strada in modo prepotente e dirompente in tutte le professioni affini alla vostra: il Legal Design, appunto.
Che cos’è il Legal Design
Il Legal Design è un’ambito multi disciplinare che riduce la complessità della comunicazione legale, trasformandone i processi e rendendola utile per il proprio interlocutore finale, che non deve preoccuparsi di decodificarla.
In poche parole: vi rende comprensibili, fruibili, apprezzabili e anche meglio vendibili.
Non si tratta semplicemente di una nuova tendenza di marketing per gli studi legali, anche se è tutt’altro che scorretto inserire il Legal Design in un piano marketing per una “law firm“. Diciamo però che si tratta più di un’esigenza che arriva dal mercato, dagli utilizzatori dei servizi legali, in altre parole, dai vostri clienti.
La professione del legale è cambiata, rispetto a pochi anni fa. L’obiettivo dell’avvocato non è più vincere le cause, ma intercettare gli elementi di crisi e anticipare soluzioni che evitano di finire nelle maglie della giustizia (sia italiana che internazionale). Per fare questo anche il suo modo di comunicare, fare strategia e vendere questa stessa strategia, deve cambiare.
Il cliente stesso è cambiato. In tutti i settori. Siamo tutti più informati, abbiamo costante accesso alla rete, possiamo paragonare, verificare, indagare, capire (anche in modo scorretto). Proprio per questo, il cliente/utente medio non ama più “l’incomprensibilità” del linguaggio tecnico. Non vuole traduzioni, vuole comprendere.
Il cliente di oggi non vuole un interprete che gli traduca il linguaggio del professionista, vuole capire qual’è la soluzione al suo problema
Il Legal Design mette in condizione il tuo studio di creare per il tuo cliente un’esperienza completamente nuova e positiva, basata sulla fiducia e sull’abbattimento di barriere che ostacolano la comprensione.
Il risultato è tutt’altro che ovvio e si chiama “fiducia”. Perché, come spesso diciamo in queste pagine, se ti capisco, mi fido di te.
I caratteri distintivi del Legal Design
Il buon Legal Design si occupa di linguaggio a diversi livelli:
- Linguistici: come parlano il tuo sito web, la tua documentazione, il tuo materiale destinato ai clienti (nuovi, acquisiti, possibili)?
- Formali e visuali: che forma hanno, che aspetto hanno?
- Di esperienza utente: come vengono recepiti, percepiti dall’utente finale? Sono progettati per lui?
Ma non cadete nell’errore di pensare che il Legal Design riguardi semplicemente una bella impaginazione grafica dei vostri documenti, perché non è così. La grafica e l’aspetto visivo sono importanti, ma non è a un grafico che dovete affidare la costruzione dei vostri processi comunicativi, di rappresentazione del vostro studio e di vendita delle vostre proposte.
Il Legal Design punta a rimuovere la complessità dall’esperienza finale del vostro cliente/utente per trasformarla in ciò che ha realmente chiesto: soluzioni chiare e utilizzabili.
Il problema del linguaggio tecnico e il Legal Design: tre consigli per essere più efficaci
Molto spesso i professionisti (di ogni settore) sono affezionati ai loro tecnicismi, al loro gergo. E questo è perfetto quando i professionisti (avvocati e non solo) parlano tra di loro. Il linguaggio tecnico, infatti, garantisce precisione e accuratezza. Ma quando si esce dalla sfera degli specialisti e si vuole parlare ad un pubblico più vasto, allora bisogna cambiare strategia.
Cambiare la sintassi e renderla più ritmica. Forse pochi lo sanno, ma la leggibilità di un documento si può misurare. Nella documentazione legale o aziendale/legale, spesso si trovano frasi lunghissime e piene di subordinate. Fare pulizia nel linguaggio e nelle modalità di scrittura si può e fa bene a tutti.
Distinguere tra le parole tecniche e i tecnicismi (o pseudo tali). Le prime, a volte, non possono essere sostituite, ma quando è così vanno spiegate. Le seconde possono proprio essere evitate.
Inserire nei testi degli elementi visivi che permettano di connotare il contenuto a colpo d’occhio. Titoli e sotto titoli, elenchi puntati. formattazioni particolari, grafici, tabelle e icone sono tutti elementi che consentono di rendere il contenuto più digeribile anche a livello visivo.
Il Legal Design per gli avvocati è un’opportunità di crescita commerciale, non un’affronto alla competenza
Spesso ci capita di sentire giuristi che temono che, semplificando il loro gergo o le loro abitudini linguistiche, perdano di credibilità professionale. Questo è vero se smettiamo di essere dei tecnici di fronte a un giudice o a una controparte, ma si trasforma in valore quando ci troviamo di fronte ad un cliente che non fa il nostro lavoro.
Compito del Legal Design è quindi quello di creare nuove competenze all’interno dello studio legale/azienda, nuovi processi di comunicazione e vendita dei servizi legali, ma anche di posizionamento dei professionisti. Il tutto attraverso un processo di semplificazione da non confondersi mai con la banalizzazione.
Per darci un ulteriore esempio: oggi tutti noi utilizziamo telefoni che sono di un’incredibile complessità; ecco perché i grandi protagonisti della scena tecnologica investono tanto sulla progettazione di dispositivi sempre più facili da utilizzare, persino capaci di capire quello che gli chiediamo con la voce. Perchè la parola d’ordine è: semplificare.
Proprio per questo, migliorare l’esperienza utente, vuol sempre dire migliorare la nostra reputazione, il grado di fedeltà dell’utente stesso e la sua capacità di diventare un buon veicolo promozionale per noi e i nostri servizi.